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storia

La Villa si trova nel nucleo più antico del paese e venne edificata intorno al XVI secolo sulle rovine di un'antica fortezza del IX secolo.

La fattoria delle Cascine di Buti, di pertinenza della casa Medicea, aveva nel 1556, nella parte più alta del castello di Buti (oggi chiamato Castel Tonini) una torre e una casa data in gestione agli amministratori granducali. Al posto della torre nel 1637 venne eretta la chiesa di San Rocco e nel 1676 Pier Maria di Domenico Petracchi (amministratore della fattoria delle Cascine di Buti), che abitava già in castello, comprò una casa contigua alla sua da Bastiano di Lattanzio di Bastiano del Rosso. Il Petracchi doveva avere una grande disponibilità economica visto i numerosi possedimenti terrieri di cui divenne proprietario. La dimora prese il nome di Palazzo Petracchi (anche lo stemma che sovrasta il portone d'ingresso, rimanda a questa casata fiorentina). Purtroppo a causa di una disgrazia che colpì questa famiglia, la villa venne abbandonata e dopo poco data in affitto dalla fattoria, a Giovanni Mattia Berti.

 

Solamente nel 1706 il Berti riuscì ad acquistarla e da questo momento divenne il Palazzo dei Berti. Infine nel 1767 un figlio della famiglia Berti vendette questo palazzo a Santi Banti; a lui va il merito di aver fatto affrescare l'intero palazzo al pittore fiorentino Pietro Giarrè. In quel momento alla villa venne affidato il compito di rappresentare il prestigio economico e sociale del nuovo proprietario, divenendo così Villa Delizia.

Dopo Santi Banti seguiranno nell'acquisto della villa la famiglia Danielli e la famiglia Spigai (attuali proprietari).

 

Come tipico della villa settecentesca, anche quella di Buti era al centro di un borgo, che comprendeva la villa, la chiesa, le scuderie, il giardino e un orto con frutti, sommando la duplice funzione di residenza e controllo della produzione agricola.

Con una ristrutturazione nel XVIII secolo venne rinnovato l'intero complesso architettonico, facendole assumere la tipologia del palazzo cittadino inserito urbanisticamente a morfologicamente nel contesto urbano. L'intero complesso elevato al ruolo di Villa Delizia non doveva più rispondere soltanto a funzioni utilitaristiche ma anche ad una positiva e produttiva fruizione dell'otium.

La villa è articolata su quattro piani: cantine, piano terra, primo piano, soffitte.

Il prospetto della facciata esterna ha un impianto asimmetrico sviluppato sull'asse del portone ad arco a tutto tondo con stemma al centro, introdotto da una scalinata e sormontato da un piccolo terrazzo, con un gusto tipicamente fiorentino; è divisa con una sequenza verticale di tre ordini di finestre inginocchiate in pietra serena, sormontate da un timpano al piano terra, semplicemente definite da una cornice al primo piano e da aperture delle soffitte alla sommità.

La struttura posteriore dell'edificio, in posizione dominante del borgo, si sviluppa su un terreno terrazzato che va verso il Rio dei Ceci. Domina la valle il fronte nord, leggermente concavo, connotato da una ricerca di simmetria nella disposizione verticale delle aperture ad arco ribassato delle soffitte, delle finestre e dei terrazzini dei piani sottostanti. Questa parte della villa poggia sulla superficie del secondo ripiano terrazzato del giardino; un passaggio voltato conicamente permette l'accesso ad un piccolo e grazioso cortile sul quale si affaccia il prospetto est. Nel prospetto ovest si apre un ampio giardino.

 

Oggi la Villa è tutelata dalle Belle Arti, fa parte dell'Associazione Dimore Storiche Italiane, ed è visitabile su appuntamento.


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